Ogni volta che mi rivedo in una foto, istantaneamente, il pensiero mi riporta in quel preciso momento in quel preciso luogo. Quell’istante rivive in me con i suoi colori, i suoi sapori. Porta con se la mia memoria, le mie emozioni.
Mi domando cosa provino gli altri nel vedere una mia foto o una qualunque altra immagine postata da qualsiasi altro utente. Mi domando se quello scatto possa accendere anche solo una lontana sfumatura di quell’emozione intrappolata in una fotografia. E se quegli scatti mentissero, se un sorriso fosse finto? Se quell’azione non fosse spontanea, ma pianificata in ogni dettaglio? L’emozione che susciterebbe in chi la osserva sarebbe ugualmente alimentata da una vibrazione della stessa frequenza? La realtà a volte si infrange nella manipolazione che molto spesso ritroviamo nel mondo virtuale. In quella dimensione le regole della realtà vengono sconvolte, subentrano le regole del caos, del disordine, della confusione di poter essere indiscriminatamente ogni cosa o chiunque. Un vero e proprio palcoscenico dell’essere.
La realtà è davvero qualcosa di soggettivo, la mia realtà lo è, e per quanto si possa immaginare anche solo di avvicinarsi a percepire le emozioni vissute da qualcun altro, passando da uno scatto fotografico, si rimarrebbe comunque illusi.
Ma, anche un’illusione a volte è reale quanto la realtà stessa.
Ilaria Cafagno
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“Spesso una fotografia ci può condurre in una nuova dimensione. Dove là realtà e l’illusione spesso coincidono, in quello spazio senza tempo puoi catturare nuove emozioni che generano nuove idee”
M.P.